domenica 29 dicembre 2013

VIVISEZIONE



 Nell'ospedale dove lotta Caterina: "Non mi fermeranno. È una battaglia per la vita"

Caterina, studentessa di Veterinaria a Bologna, non combatte soltanto contro i batteri mentre è stesa sul lettino d'ospedale e può comunicare con l'esterno tramite Facebook o il telefono. "È un momento difficile - dice la madre - e certo questa vicenda non facilita le cose". Dopo l'attacco degli animalisti estremisti a Telethon, lei ha postato una foto-manifesto sul sito "A favore della sperimentazione animale", per difendere la ricerca che le ha permesso di non morire da bambina, avere una adolescenza, vivere seppure a fatica fino a 25 anni. E per risposta ha ricevuto sul web minacce di morte e insulti da animalisti estremisti, da quelli che lei chiama "nazi-animalisti". Ma ha ricevuto anche migliaia di messaggi di amicizia, di auguri, di elogio del suo coraggio.

http://www.repubblica.it/cronaca/2013/12/29/news/caterina_test_animali_intervista-74705268/?ref=HREA-1 

  Inizialmente, come spesso faccio, non ho dato molta importanza a questo tipo di notizia. Poi ho visto che continuava ad essere proposta. Allora mi sono detto: beh, vediamo di cosa si tratta. 
Il concetto è che una ragazza, o meglio, una bambina è potuta crescere grazie alla ricerca. Lei aggiunge, grazie alla ricerca sugli animali. Io non ho molto da dire, ognuno può avere la sua opinione. L'unico pensiero che mi è nato, è che io non ritengo che la vita di un uomo abbia più valore di quella degli animali. Certo, se mio figlio fosse in pericolo per colpa di un lupo, lo ucciderei, avendone i mezzi. Ma ora parlo di una questione morale: perché la vita di un uomo deve valere più di quella delle scimmie? Sacrificare un topo per salvare una persona è un gesto che compirei anch'io. Uccidere migliaia di animali per la ricerca, mi senbra una gran cagata.

lunedì 23 dicembre 2013

LIBRI




   E' quasi finito l'anno 2013 di nostra vita, ed è tempo di elenchi, graduatorie, classifiche. Ci si guarda indietro e si pesa il fagotto dei ricordi. Saranno di più i belli o i brutti? Io, mi sono seduto e ho fatto il conto dei libri letti quest'anno. Non una classifica dei più belli, ma semplicemente di quelli letti:

- Di tutte le ricchezze, Stefano Benni.
- A un cerbiatto somiglia il mio amore, David Grossman.
- Il momento è delicato, Niccolò Ammaniti.
- Il visconte dimezzato, Italo Calvino.
- Barnabò delle montagne, Dino Guzzati.
- Sessanta racconti, Dino Guzzati.
- La neve dell'ammiraglio, Alvaro Mutis.
- Summa di Maqroll il gabbiere, Alvaro Mutis.
- E l'eco rispose, Khaled Hosseini.
- La verità sul caso Harry Quebert, Joel Dicker.
- Expo 58, Jonathan Coe.
- La mala ora, Gabriel Garcia Marquez.
- Per Isabel, Antonio Tabucchi.
- L'uomo che piantava agli alberi, Giono Jean.
- La festa dell'insignificanza, Milan Kundera.
- Il vecchio e il mare, Ernest Hemingway.


martedì 26 novembre 2013

RECENSIONE

 Recensione: STUDIO 83

UNA NUOVA VITA
Milos Fabbri
Arduino Sacco Editore, Roma 2013


“Una nuova vita” è un’antologia di racconti brevi, istantanee ambientate in città e
contesti quotidiani della realtà italiana. I protagonisti sono coppie in crisi, anziani
depressi, mariti traditori: in generale, un’analisi di situazioni apparentemente normali, che nascondono però realtà borderline, fatte di abbandono, abbrutimento, anche crimine. Da un lato non sono temi nuovi, anzi, sono piuttosto abusati, soprattutto nella forma-racconto; dall’altro lato traspare una ricerca
contenutistica da parte dell’autore, che cerca di metterci del proprio, trovare una sua
originalità e in generale un significato nelle istantanee che ritrae.
Il risultato è al momento ancora immaturo: il senso non è sempre chiaro, come non
sono chiari i sottotesti e i significati. Di norma, in opere di questo tipo, soprattutto se
di autori esordienti, si trova un forte compiacimento verso le situazioni borderline che
si descrivono: in questo caso traspare più una rassegnazione. I racconti difettano di una vera e propria struttura nella quale ogni elemento trova il suo senso e la sua funzione.

lunedì 25 novembre 2013

GUARDIA DI CONFINE





Da Una nuova vita di Milos Fabbri.

   Esiste un punto, o un momento, o un luogo, non fa nessuna differenza il nome, dove tutto si acquieta; dove il respiro affannato del moribondo, o del bimbo è solo il respiro prima del sonno. Esiste un'ora in cui anche io finalmente, trovo riposo, ma non è un momento di pace, come si potrebbe credere; è più un momento in cui chi si espone trova il vero pericolo, trova il vero nemico che è pronto a farglielo affrontare.

Si erano fatte le due di notte, era l'ora del cambio, non c'erano nuvole in cielo e questa era finalmente una bella novità, ma faceva ancora più freddo del solito. Mi alzai il bavero della giacca e mi soffiai un po' di aria calda nelle mani. Era da qualche tempo che avevo pensieri confusi, mi sorgevano nella mente domande a cui non riuscivo a dare risposte. Certo essere un soldato non era stata una scelta, ma un obbligo del regime; io avrei voluto un altro tipo di vita.
Il mio compagno mi seguiva silenzioso, era raro che parlassimo fra noi; era raro che qualsiasi guardia si scambiasse una qualche battuta, tutti dubitavamo del proprio appaiato, poteva essere una spia, un infiltrato e non avrebbe esitato a denunciarci nel caso avesse scoperto un nostro desiderio di fuga. Appena dentro la torre di guardia appoggiai il mio Kalashnikov all'angolo del muro, giusto il tempo di mettere a bollire un pentolino con dell'acqua. Non potevamo portare cibo, ma una tisana era concessa.
Fra quattro giorni avrei compiuto ventitré anni e mentre fissavo le case dall'altra parte del muro, le luci al neon di qualche locale che si intravedeva lungo le vie, mi chiedevo perché a me non fosse concesso tutto quello. Perché me ne dovevo stare qui al freddo, a controllare che nessuno oltrepassasse quel muro che io per primo avrei voluto scavalcare? “Sparate a vista e per uccidere” era l'ordine impartito dai capiposto, ma non era per nulla facile.

domenica 24 novembre 2013

HOTEL INCANTO


BERGONZONI

Ieri sera sono stato a Roma, a piovuto tutto il giorno. Mentre aspettavo l'inizio dello spettacolo, al teatro Vittoria, mi sono fatto un giro, sono entrato in una libreria non lontana dal teatro.
Indovinate un po': c'era Alessandro Bergonzoni che presentava il suo ultimo libro, L'amorte. L'ho ascoltato e poi mi sono comprato il libro. Un libro di poesie. Sono andato da lui per farmelo firmare e la dedica è stata decisamente bella: A Milos l'unico Milos della mia vita. Bella no.
Poi è arrivata l'ora e mi sono goduto lo spettacolo. Penso che Bergonzoni sia un artista eccezzionale.

mercoledì 13 novembre 2013

MILAN KUNDERA

Alessandro Piperno sul Corriere della Sera (30 ottobre 2013) scrive:

«Che cos'è la Festa dell'insignificanza?
Un divertissement surrealista, una parabola felliniana, in cui si alternano
personaggi alle prese con elucubrazioni stravaganti. Ciarlieri, peripatetici,
brilli, un po' vanesi, talvolta fin troppo astratti ma chi se ne importa.
Ogni tano alludono a un loro inventore che immagino sia Kundera stesso. E, in
effetti, Kundera li tratta come marionette. Li sfotte e li 


comprende. Ad essi
affida i suoi classici motivi: dall'involontaria comicità dei dittatori
comunisti alla futilità di ogni esperienza umana.»

E lo stile?
Scrive ancora Piperno:
«Kundera è rimasto Kundera: lo stile sobriamente paratattico, il tono dimesso, l'andamento svagato e rapsodico.»


 Avevo diciott'anni quando lessi il mio primo libro di Kundera. L'insostenibile leggerezza dell'essere: non ci capii nulla. Ma, per una strana forma di masochismo, continuai a leggere i suoi libri. Ad oggi li ho letti tutti, e amo questo scrittore.
Fu il terzo libro che presi in mano, se non ricordo male era lo scherzo, che mi diede la chiave di lettura per tutti gli altri libri. Per cui domani andrò a comprarmi il suo ultimo libro.

sabato 26 ottobre 2013

IL PREZZO DEI LIBRI




 Ieri pomeriggio mentre ero in macchina e mi recavo all'asilo per riprendere i miei figli, ascoltavo radio tre: la trasmissione Fahrenheit. Mi sono illuminato quando, ascoltando un discorso già iniziato, ho sentito un ospite parlare del problema sul prezzo dei libri. Sarà che mi sono sentito preso in causa, dovuto al fatto che il mio libro, appena uscito, ha un prezzo di copertina secondo me troppo alto. Ma il mio stupore fu dovuto al fatto che si stava dicendo proprio l'opposto, ovvero: "Il problema del prezzo non è il motivo per cui la gente non compra i libri e non legge. La libreria la Fenice" non ricordo se di Venezia o Trieste, "proprio l'anno scorso chiuse per fallimento e, per evitare di mandare i libri al macero, decise di fare una grande svendita. Mise tutti i libri con uno sconto del 90%," mica male.
"Riuscì a vendere solamente il 20% dei libri che aveva in esposizione e nel magazzino."

Detto questo, evidentemente mi devo ricredere, il problema non è, solo, il prezzo; è che in Italia non c'è la cultura del leggere. Io dal canto mio, tutte le sere prima di mettere a letto i miei figli, rispettivamente di 5 e 4 anni, gli leggo una favola. Secondo me questo li dovrebbe aiutare ad avere più dimestichezza con quell'affare di carta, che tanto ci spaventa. Speriamo bene e speriamo che la media di lettori in Italia possa presto aumentare.

   http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-db2a10d4-2617-42ec-b158-1c9d9634c4d5.html

mercoledì 23 ottobre 2013

SEXSOMNIA

Da Una nuova vita di Milos Fabbri.


Marta era di nuovo fuori di sé.
  • Vattene dalla tua puttanella, lei ti capisce no? Tornatene da dove sei venuto. Quanto sono stata stupida. Com'è che le hai scritto? Mi manchi, buone feste. Cosa cazzo ti manca? Vattene da lei, cosa fai ancora qui?
  • Che ti ho fatto stavolta, perché non te ne stai un po' calma, Marta vieni qui, rilassati.
  • Cosa hai fatto? Quello che fai sempre e nemmeno te ne accorgi; ma è normale perché tu sei così e non cambierai mai!
Marco espirava profondamente cercando di rimanere calmo, di non far precipitare la situazione, ma il suo occhio era spento seppur sereno, sconsolato seppur fermo nel voler riuscire a non disperare.
Marta era in piedi, con lo sguardo rivolto al marito, con le mani che gesticolavano nervosamente ed una voce carica d'odio. I riccioli neri che le ricoprivano il capo erano energici, era da poco uscita dalla doccia ed emanava un buon profumo di vaniglia e acerola, era arrabbiata, perché il marito voleva fare l'amore con lei, voleva sempre fare sesso ma non si degnava mai di un abbraccio, di un bacio, di una parola d'affetto.

lunedì 21 ottobre 2013

PRESENTAZIONE DEL LIBRO "UNA NUOVA VITA"


 

      Si è svolta sabato 19 settembre presso la sede del rione Verde di Faenza la presentazione del libro, una nuova vita, di Milos Fabbri. Hanno partecipato all'eveto anche: il fondatore e direttore dell'accademia dei Remoti, Gianbattista Ancarani e il capo rione del Verde, Ivan Berdondini.

domenica 20 ottobre 2013

CONCORSO LETTERARIO




Regolamento:

1. Potranno concorrere scritti inediti in lingua italiana a tema libero. Il racconto non deve superare le 8 cartelle di 30 righe x 60 caratteri ciascuno (1.800 caratteri per cartella spazi inclusi). Si può concorrere con una sola opera

2. Gli elaborati dovranno essere scritti e inviati in formato doc , docx (consigliato) o odt.

3. Saranno automaticamente esclusi i testi a sfondo razzista o di incitamento alla violenza.

4. L’e-mail dovrà necessariamente includere i seguenti allegati:
- l’elaborato (in uno dei seguenti formati: doc, docx, odt ), con in basso a destra il nome e il cognome dell’Autore.
- i dati personali.
- la liberatoria per il trattamento dei dati personali.
È inoltre obbligatorio fornire tutti gli allegati nel contesto di un singolo invio e-mail e comunque entro e non oltre le ore 00.00 del 30 dicembre 2013.

5. – I racconti saranno pubblicati sul sito ufficiale di Metro d’oro, sulla pagina Facebook di Metro d’oro, Twitter, e Tumblri racconti più meritevoli, scelti da un comitato scientifico affidato dalla casa editrice, pubblicati in volume e distribuiti presso le biblioteche delle maggiori città Italiane; il racconto che riceverà più “mi piace” dal sito e dai social networks sopra indicati, verrà pubblicato anch’esso in volume e distribuito presso le biblioteche indipendentemente dal giudizio del comitato. Metro d’oro premierà ad ogni uscita, il racconto più bello con un cortometraggio prodotto dallo staff di “ONdigitalvideo”.

martedì 15 ottobre 2013

EVENTO CULTURALE

 Nella giornata di sabato 19 ottobre presso il rione Verde di Faenza con sede in via Cavour, si terrà la presentazione del libro Una nuova vita, dell'autore Milos Fabbri. Seguirà un buffè e il concerto di Marco Liverani.

domenica 13 ottobre 2013

LIBRI

Aumentano gli italiani che leggono.
Ma il mercato continua a calare

Il rapporto dell'Aie presentato alla Buchmesse di Francoforte. La platea dei lettori ha raggiunto il 46% della popolazione con più di sei anni. Nei primi otto mesi di quest'anno le vendite sono diminuite di un altro 5,4%. Bene gli ebook
FRANCOFORTE - Luci e ombre nel rapporto sullo stato dell'editoria nel nostro Paese: aumenta il numero di italiani che leggono ma il mercato dei libri continua a perdere terreno. Dai dati presentati dall'Associazione italiana editori (Aie) alla 65ma edizione della Buchmesse di Francoforte emerge che legge il 46% degli italiani sopra i sei anni, lievemente di più rispetto all'anno scorso sebbene ancora al di sotto dei parametri europei. Quanto alle vendite, nei primi otto mesi di quest'anno si è registrato un -5,4% nei canali trade (ovvero nelle librerie, nella vendita online e nella grande distribuzione organizzata) rispetto allo stesso periodo del 2012. Nel confronto con il 2011 si è arrivati a un poco rassicurante -13,6%.

I numeri della crisi. Il 2012 è stato un vero e proprio "annus horribilis" per il libro: il mercato complessivo, che comprende anche il rateale, il book club, i collezionabili, l'export e le vendite a biblioteche, ha fatto segnare un calo del 6,3%. Una chiusura solo in apparenza più contenuta, rispetto al pesante passivo nei canali trade che si attestano su un -7,8%. E si raggiunge quota -8,4% se si escludono il non book (fatto sempre meno da prodotti di cartoleria e sempre più da gadget) e i remainders, cioè i libri d'occasione.

Il 2012, spiegano gli editori, ha lanciato segnali da tenere sotto costante osservazione: cresce infatti il mercato dell'e-book, cominciano a cambiare le gerarchie dei canali di vendita, con un boom delle vendite online e la perdita di terreno delle librerie fisiche e riacquista terreno (anche se di poco) la lettura in Italia. Peggiora, infine, l'export sia del libro fisico che dei diritti di edizione.

I lettori. La platea è di oltre 26 milioni di italiani. Sul dato complessivo pesa, come sempre, quello dei lettori medi e forti, che leggono più di sette libri l'anno: rappresentano il 30% del mercato e da soli generano tra il 39% e il 43% dei volumi di vendita di libri italiani.

I libri si comprano sempre meno in libreria e sempre più online. La prima passa, escludendo lo scolastico di adozione, dal 79% del 2008 all'attuale 73%. Cresce invece la quota dei canali sul web: nel 2008 valevano il 3% e oggi arrivano all'11% che salirebbe fino al 13% se considerassimo anche l'e-book. Ci si avvicina così alla grande distribuzione organizzata, che si conferma al 16%.

Bene gli ebook. Il settore del digitale lascia ben sperare per il futuro: il mercato degli ebook è raddoppiato arrivando a raggiungere una quota dell'1,8-2% del trade. Cifre ancora limitate, ma in forte crescita, a cui si aggiunge il fatto che nel caso di alcuni titoli di fiction si arriva fino al 5%. Percentuale a cui l'Associazione degli editori ritiene possa arrivare nel 2013 l'intero settore. Escludendo i prodotti ibridi (carta + cd-rom/Dvd rom) il comparto ha raggiunto una quota di mercato del 6,4% (con una crescita in tre anni del 44,3%).

Nel 2012 la lettura di ebook ha riguardato il 3% della popolazione con più di 14 anni: complessivamente 1,6 milioni di italiani. Contestualmente c'è stata una forte crescita (+45%) della lettura degli ebook rispetto al 2011, dato che diventa un +136% se si considerano i risultati del 2010.

Nell'ottica di valorizzare questo settore, il presidente dell'Aie Marco Polillo ha lanciato dalla Buchmesse un appello alla politica. "Siamo a Francoforte, in un contesto internazionale - ha detto - ed è naturale fare dei confronti. Chiediamo una politica per il futuro che passi per una vera promozione del libro e della lettura, un'Iva parificata tra ebook e libri di carta, il riconoscimento della centralità dei contenuti all'interno dell'agenda digitale, un aggiornamento serio, non improvvisato, delle normative sul diritto d'autore. Il settore si aspetta molto da una buona politica: non sussidi, ma un supporto basato su regolamentazione, misure in favore dell'innovazione e promozione culturale".

L'export. In calo, infine, l'export del libro con un -10% e la vendita di diritti. Diminuiscono i titoli pubblicati in Italia che sono traduzioni da altre lingue: erano il 25% nel 1995, il 23% nel 2000, sono oggi il 20%. Segno che l'editoria e la filiera dipendono meno dall'estero.

Per la prima volta però si evidenziano due dati negativi sul fronte dell'export: cala del 7,5% la vendita di diritti di autori italiani all'estero (con una minore accentuazione per il settore bambini e ragazzi), cala l'export di libri fisici, con un significativo -10% (anche se l'export vale circa l'1% del mercato).

giovedì 10 ottobre 2013

RACCONTO








RACCONTO

In che tempo vivi tu
e in che tempo siamo ormai
fra scheletri e radici
fra farfalle mi maledici

Ma quale tempo che speranza
la vita si è portata via
il nostro amore
la nostra vita

Ed è tempo di tornare
tra realtà ed illusione
preferisco la ragione
ma senza un pizzico di pazzia
a cosa può servire

Ma quale tempo quale strada
quale cazzo di storia umana
siamo sempre alla deriva
siamo ancora qui
ma ormai

Quale storia ci rapisce
così tanto così forte
come questa fiaba
che oggi
siamo qui ad accettare

quale diamine di racconto
ci ha mai ferito tanto
quanto un tuo gesto di sollievo
ed un mio "non ci rivedremo"

Come posso ora benedire
questa vita così goliardica
da giocare più d'un bimbo
da strappare ogni filo

Ed io cado
tonfo a terra
nessuna mano per questa marionetta
nessun gesto ma uno sguardo
non concedermelo proprio adesso.



mercoledì 9 ottobre 2013

NOBEL PER LA LETTERATURA

STOCCOLMA – Chi riceverà il Premio Nobel per la Letteratura 2013? Difficile dirlo, ma comunque Haruki Murakami si è ormai fatto la fama di eterno favorito. L’autore di  “Norwegian Wood” e “Kafka sulla spiaggia” secondo la società di scommesse britannica Ladbrokes viene quotato 3 a 1.

haruki-murakamiIl prestigioso riconoscimento sarà annunciato in settimana, in data non ancora definita. Di certo, sarà preceduto dall’assegnazione del Nobel per la Medicina. Gli altri Nobel, quello per la Letteratura incluso, saranno assegnati fino al 14 ottobre.

Secondo le indiscrezioni più insistenti, sembra che questa sia la volta buona per Murakami ma spesso i superfavoriti vengono sorprendentemente ignorati dalla celebre Accademia. Ad esempio, lo scrittore cinese Mo Yan, Nobel per la Letteratura l’anno scorso, era infatti solo il terzo favorito per gli inarrestabili scommettitori inglesi.

Fra gli italiani, una candidatura a sorpresa, quella di Roberto Vecchioni. Il professore e cantautore noto per canzoni splendide come “Luci a San Siro” ma anche per sillogi come “Di sogni e d’amore” e “Scacco a Dio” si è detto naturalmente felice di essere tra i papabili: “Questa nomination è il punto più alto della mia carriera artistica”.

Il nome di Vecchioni compare accanto a quelli di altri ben più celebrati cantautori come Leonard Cohen e Bob Dylan, quest’ultimo favorito da anni nonostante le polemiche da parte della critica letteraria più tradizionalista.

Vecchioni non è comunque l’unico italiano ad affascinare gli accademici svedesi. Da tempo si fanno anche i nomi di Umberto Eco e Claudio Magris.
(N.Ne.)

IL FASCINO DI

 Edgar Allan Poe

Il fascino di Edgar Allan Poe
Articolo di
Scritto il 8 ottobre 2013
Edgar Allan Poe non ebbe per nulla una vita facile: morì a soli quaranta anni in circostanze oscure, venne infatti trovato ai bordi di una strada di Baltimora senza i propri vestiti ed in preda al delirio; ma andiamo con ordine.
Nacque a Boston nel 1809, i suoi genitori lo lasciarono prestissimo solo al mondo, fortunatamente, però, una ricca famiglia di Richmond, la famiglia Allan da cui prese parte del proprio cognome, lo accudì egregiamente. Il fanciullo dimostrò sin da subito una spiccata intelligenza fuori dalla norma, Edgar era dotato di una mente superiore, era appassionato alla musica e alla poesia, di cui adorava soprattutto la musicalità, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “jingle man”, un pubblicitario ante litteram, insomma.
Gli venne data un’educazione britannica, nel frattempo, infatti, egli si trasferì in Inghilterra con tutta la famiglia Allan, solo all’età di undici anni ritorno negli USA, dove iniziò il suo straordinario e singolare cammino: da questo momento la personalità di Poe sembrò esplodere, venne allontanato dalle scuole, si innamorò follemente della madre di un suo compagno di studi, andandola a trovare anche sopra la sua tomba dopo la morte, nel frattempo iniziarono i debiti di gioco per poi arrivare alla rottura con il padre, inesorabile perché da lì non ci fu mai piu riconciliazione: Poe divenne così povero da dover avvolgere il corpo della moglie, la cugina che aveva sposato, nel suo stesso lenzuolo da corredo. I problemi di alcolismo si acuirono.
Naturalmente il risvolto della medaglia non tardò a mostrarsi, ed il successo fu precorso da amicizie come quella di Kennedy, con il quale Poe si scriveva sovente; tra il 1837 e il 1838 diede vita alla “Storia di Arthur Gordon Pym”, che venne pubblicato nel 1838: si tratta di uno dei suo libri più famosi, e tra i più rappresentativi della sua narrativa del terrore.
Nel 1840 pubblicò a Filadelfia “La caduta della casa degli Usher”, “Morella”, “William Wilson”, “La cometa” e “La conversazione di Eiros e Charmion:” ed una prima raccolta de “I racconti del grottesco e dell’arabesco”.
Nel 1841, per il Gift ed il Graham’s Magazine, scrisse “Eleonora” e “Autografia”, “Studi letterari e critici su scrittori contemporanei”, “Il ritratto ovale”, “La vita della morte”, “La maschera della morte rossa”. Scrisse inoltre “I delitti della rue Morgue”, considerato da molti il racconto capostipite del genere poliziesco. In esso compare per la prima volta il personaggio del detective criminologo Auguste Dupin, antesignano di tutta una sfilza di investigatori che culmineranno nel “maestro” Sherlock Holmes.
“Lo scarabeo d’oro “(1843), che ottenne grande successo, e “Il corvo e altre poesie” (1845) e “Il gatto nero” (1843) gli diedero la celebrità, era all’apice del successo e, come accade spessissimo, quando ci si trova molto in alto la caduta è quasi inevitabile e dolorosa.
La morte di Poe è perfettamente in linea con il suo stile, sembra vivere una suo stesso racconto, dalle trame preudo-gotiche e dagli influssi fortemente psicologici, il tutto completato da una punta di intrigo da giallo.
Chissà se, quando lo ritrovarono sporco e delirante, avrebbe mai potuto immaginare di essere un modello per personalità come Baudelarie e Magritte, apparire con le sue poesie nella scena del film “Il Corvo” ed essere il maggiore ispiratore degli ambienti di Tim Burton per le sue creazioni.
Tutto questo non ci sarà dato mai di saperlo, eppure una cosa è sicura: personaggi come Edgar Allan Poe serbano nel loro spirito, nelle loro storie, una potenza tale da poter scatenare in ognuno di noi forze oscure sin ora rimaste precluse, parlo di forze creative, nulla di demoniaco! Semplicemente sarebbe intelligente, una volta ogni tanto, metterci in discussione, in competizione con l’altra parte di noi stessi, questa è un’operazione scomodissima, lo sappiamo, e lo sapeva che lui, l’eterno sottovalutato Poe, signore del lato oscuro, maestro del recondito, creatore di distruzione.

sabato 5 ottobre 2013

MURAKAMI HARUKI


 
"Tra un muro alto e solido e un uovo che si rompe contro di esso, starò sempre dalla parte dell'uovo. Sì, non importa quanto il muro abbia ragione e quanto l'uovo abbia torto, io starò dalla parte dell'uovo. Qualcun altro dovrà decidere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato; sarà forse il tempo a farlo, o la storia. Ma se ci fosse un romanziere che, per qualsivoglia ragione, scrivesse stando dalla parte del muro, che valore avrebbero le sue opere?"

 (Haruki Murakami - dal discorso di accettazione del Jerusalem Prize)


Quarta di copertina

Aomame è spietata e fragile. È un killer che in minigonna e tacchi a spillo, con una tecnica micidiale e impalpabile, vendica tutte le donne che subiscono una violenza. Tengo è un ghost writer che deve riscrivere un libro inquietante e pericoloso come una profezia.
Entrambi si giocano la vita in una storia che sembra destinata a farli incontrare. Ma quando Aomame, sollevando gli occhi al cielo, vede sorgere una seconda luna, capisce che non potranno condividere neppure la stessa realtà.
Mai come in 1Q84 Murakami ha esplorato le nostre ossessioni per dare vita a un mondo così personale, onirico e malinconico. Accolto in Giappone come il suo capolavoro, 1Q84 è un romanzo che contiene universi.
«Avviso ai nuovi lettori di Murakami: crea dipendenza».
San Francisco Chronicle
«I romanzi di Murakami resistono a ogni definizione: sembrano vivere di vita propria».
Daily Telegraph

venerdì 4 ottobre 2013

PAURA




Tutto questo accanimento contro degli esseri umani chiamati extracomunitari, penso sia soltanto frutto della PAURA. Appena le nostre certezze vengono messe in crisi da qualcuno o qualcosa diverso da noi, lo additiamo come il nemico. Tutto ciò che è diverso dal nostro pensiero, dalla nostra cultura è sbagliato, è peggiore, è da modificare. Noi siamo sempre nella ragione. Tutto questo nasce dalla debolezza delle nostre certezze e dalla paura che ci tiene attanagliati al nostro piccolo involucro di sicurezza.







STRANIERO

Amore pace bruciate libere
nella mente dello straniero
è lui che vi ha perso
Guarda le nuvole straniero
guarda la luce
Gettati nel mare
lascia la presa cadi
troverai buio paura ma
Ti porteranno su di una barca
che conduce lontano
dove la terra si spacca
il fuoco gioca coi bambini
l’acqua sommerge le madri
ed il cielo si apre qui dentro i tuoi occhi
Non piangere Dispera
L’abisso che porta all’inferno non è buio
è dolce come dolce è il sottile velo
di cui si ricopre la Dea dell’innocenza
Spegniti ora soffice respiro
posati su quel crisantemo
guarda nello splendore del mare
il riflesso delle nuvole
Sogna sogna di dormire

INTERVISTA A MILOS FABBRI


 autore del libro "Una nuova vita"


 http://www.recensionelibro.it/intervista-milos-fabbri-autore-del-libro-una-nuova-vita.html



1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.

Potrei partire dicendo che campo lavorando come elettricista, non certo come scrittore. Che la mia prima attività è quella di padre e di marito. Che da bravo romagnolo mi piace ammassare e stendere la pasta col mattarello creando tagliatelle, orecchioni e quant’altro. Non c’è molto da dire.

2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro di racconti “Una nuova vita” cosa diresti?

Che i miei racconti sono lo specchio della nostra società; quella tenuta un po’ più nascosta, in disparte, anche se ora per colpa di questa crisi queste storie di emarginazione sono venute a galla e sono ben visibili. Ma non sono solo questo i miei racconti, anzi, li vedo meglio vestiti con un abito di speranza, di puro amore. Mi piace dare una possibilità a chi sembra oramai perduto.

3. Da dove nasce l’idea che ti ha spinto a scrivere questa raccolta di racconti così attuale?
 
Più che un’idea è una necessità. Quando sei circondato dal dolore e tu stesso ne fai parte, di quel dolore, ti inizi a fare delle domande e cerchi anche delle risposte. E comunque mi piace guardarmi attorno, osservare le persone e raccogliere le mie sensazioni, in questo modo nascono i miei racconti.

4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo libro? Quale significato non del tutto esplicito vorresti potesse cogliere?

Che c’è sempre un’altra possibilità. Come traspare anche dal titolo, quello che lega questi racconti è la svolta che avviene nei personaggi in un momento di forte crisi. Ognuno a suo modo, c’è chi decide di farla finita, chi finalmente riesce a dire quello che non è mai riuscito ad esternare, chi si abbandona alla solitudine e chi si lascia trascinare da un nuovo amore.
Una famiglia in crisi non deve per forza desiderare la morte del compagno per sentirsi viva o libera, e nemmeno scappare dai propri figli, c’è un altro modo per affrontare i problemi ed è accettare e arrendersi. La resa, ma non nel mero lato negativo che la parola può suscitare, ma bensì la resa come consapevolezza, come ricerca per stare meglio, per essere felici.

giovedì 3 ottobre 2013

ANDREA CAMILLERI


   La riduzione, il taglio dei sovvenzionamenti e dei contributi alle biblioteche, di qualunque tipo esse siano, e' un provvedimento assolutamente insensato, lo si puo' definire cosi', con assoluta tranquillita'. 

   Perche' oggi i libri costano e il costo della vita aumenta ogni giorno che passa.
Siamo in piena recessione.
Quindi, chi vuole leggere, chi ha necessita' di consultare dei volumi, non puo' che rivolgersi alle biblioteche.
In una situazione di crisi come questa la cosa dovrebbe essere inversa, cioe' le biblioteche dovrebbero essere sovvenzionate maggiormente, per poter far fronte alla richiesta.
Questo rientra nel campo della logica, ma molte cose oggi sono illogiche. Quindi mi auguro che questa iniziativa possa in qualche modo, usando un verbo che mi sta antipatico, sensibilizzare piu' che l'opinione pubblica, i responsabili che sono oggi al potere.
Per cio' che mi riguarda, durante gli anni del liceo frequentavo molto la biblioteca comunale di Agrigento. Avevo tantissima voglia di conoscere, vedere, entrare dentro la Biblioteca Lucchesi Valli, che era annessa al Vescovado e di cui avevo letto Pirandello e tanti altri. Ma negli anni in cui c'ero io l'accesso era vietato perche' le condizioni erano inagibili. Mi sono interessato a distanza di anni e ho saputo che era stata messa qualche pezza per arrestare se non altro il cammino dei danni. [...]
(da Andrea Camilleri, Non impoverite le biblioteche, Il Sole 24 Ore - Domenica, 7 ottobre 2012)

LA FUCINA Bergonzoni



Racconti, poesie e altre parole


LA FUCINA(contemporanea-mentes)


di Alessandro Bergonzoni







Ore 8
Lampo nel cielo: alcuni falchi intelligenti ma non erano delle aquile se no avrei detto aquile, alcuni falchi stavo dicendo si aggrappano alla lampo, la abbassano e il cielo si squarcia: si vede un gran bel paio di mutande. Poi la lampo si chiude. Nella foresta di Ibacoon Sudase di Pepeso si sta consumando un sacro rito, il matrimonio della vedova nera con un ragnino ferrarese.
L’ex scimmietta di tarzan, è gravida per la seconda volta: Cinta sta bene.
Intanto una coppia di giraffe giovani calpesta una coppia di giraffe vecchie: la solita passeggiata sui colli.
La foresta vergine lo è ancora per poco perché il tifone Ocio la passerà di lì a poco da parte a parte.

domenica 29 settembre 2013

IL NUBIFRAGIO

Tratto da: Una nuova vita di Milos Fabbri
 
IL NUBIFRAGIO


La goccia che lo fece traboccare fu l'alluvione, Genova fu invasa dall'acqua proprio mentre lui si stava accomodando a tavola, la moglie era già seduta da circa cinque anni, non poteva più camminare in seguito ad un incidente; era stata investita da un auto che nemmeno si fermò per soccorrerla, e questo le costò la paralisi. Aveva anche una serie di altri problemi più lievi, ma di sicuro l'animo era quello che più del corpo aveva perso vitalità.
Santo Guglielmino era ottantenne e proprio tre giorni addietro c'era stata la ricorrenza dei sessantasei anni di matrimonio con Giuseppa Lo Bianco che ne aveva due in meno del marito ed era originaria di Catania.
Guardavano entrambi fuori dalla finestra, pioveva, pioveva che Dio la mandava, ed entrambi pensavano la stessa cosa, si scambiavano ben poche parole ma si capivano, avevano trascorso la vita insieme, si conoscevano dall'età dell'adolescenza; da quando in seguito, Guglielmino la passava a prendere al mulino in lambretta e lei ci saliva compiaciuta sedendosi con entrambe le gambe sul lato destro, così, tanto per non far ancora alzare la gonna.
Pensavano al torrente Fereggiano che scorreva poco lontano dalla loro abitazione, al loro quartiere Marassi che nulla avrebbe potuto fare a quell'inondazione.
Posò tre polpette sul piatto della moglie, poi ne accomodò altrettante sul suo ed infine ripassò con il sugo. Si versò mezzo bicchiere di vino rosso e lo allungò con l'acqua. La moglie ora lo guardava, era stanca, stanca di una vita che non le aveva offerto altro che sofferenza; sesta di nove figli, non aveva potuto studiare e nemmeno giocare, a quell'età, quando gli altri bambini giocavano e andavano a scuola, lei faceva pascolare le pecore. Giuseppa di sogni ne aveva tanti come tutte le bambine di sei anni ma non li avrebbe mai visti realizzati. Nemmeno quando incontrò quell'uomo che la prese e la portò via dalla campagna, sposandola; anche allora la sua vita rimase misera.

sabato 28 settembre 2013

Italo Calvino

Scrivere andando a serie: Italo Calvino.
Articolo di: Emanuela Bruco - Letteratu.it

Scritto il 26 settembre 2013

Se Italo Calvino fosse ancora qui, criticherebbe aspramente tutti quelli che, come me, si sono cimentati nel regalare all’universo mondo della letteratura una sua biografia. Come Croce, infatti, Calvino credeva che i dati biografici non fossero importanti per la carriera di uno scrittore, ma piuttosto sperava che lettori e critici guardassero solo ed esclusivamente alle sue opere. Per questa semplice ragione, in una lettera a Germana Pescio Bottino, affermò senza troppe cerimonie che i dati personali che dava -se li dava- o erano falsi oppure cercava di cambiarli di volta in volta. Se Italo Calvino fosse ancora qui, verrebbe attanagliato da un’ansia nevrotica al vedere la propria vita fissata e oggettivata in uno strumento di tortura quale è la biografia.

venerdì 27 settembre 2013

Libreria Colacchi

Da oggi è disponibile alla libreria Colacchi - presso il centro commerciale Amiternum - dell'Aquila, il libro di Milos Fabbri, Una nuova vita.

martedì 24 settembre 2013

UNA NUOVA VITA

 UNA NUOVA VITA       MILOS FABBRI



Lo senti l'odore della terra sulle mani, lo senti il contatto d'un bacio sulla tua guancia, il freddo fin dentro le ossa, la stanchezza del viaggio, la sicurezza del ritorno.



 Esce l'opera prima di Milos Fabbri, un viaggio che porta il lettore all'interno dei propri sentimenti, che lo costringe a scavare dentro di sé e a vedere il proprio dolore.
Il libro è composto da sedici racconti, i quali sono accomunati dal titolo stesso: Una nuova vita, che lo scrittore sembra dirci sia sempre possibile.

Milos Fabbri nasce a Faenza il 19 settembre del 1976 e, sbagliando completamente gli studi, entrerà presto nel mondo del lavoro come elettricista, che certamente gli permette di campare, ma non di alimentare la sua vena artistica. E' solo grazie a una serie di coincidenze e nuove amicizie che riesce finalmente a trovare la sua vera natura di scrittore.
                  

lunedì 23 settembre 2013

LA DISCARICA DEL TEMPO

Isabella stava salendo in auto, ormai era tutto pronto, suo padre stava tentando con molta fatica, di chiudere il bagagliaio, era troppo pieno. Non tanto dalle poche valigie colme dei loro abiti, ma soprattutto da quegli ingombranti orologi di suo padre. Non se ne era voluto separare, aveva ripulito la bottega e se li era caricati tutti, le aveva detto che nel nuovo negozio gli sarebbero serviti.
"Mia cara bambina, ce ne torniamo in città, vedrai che ti piacerà, ti farai subito dei nuovi amici e con un po' di tempo tornerai a sorridere" così le disse il babbo quando finalmente sentì ben chiuso il bagagliaio e poterono partire.
Ma Isabella continuava a pensare alla sua mamma, alla mamma che ora non aveva più; se ne era andata, era... morta. Faticava a dire quella parola, anzi non riusciva proprio a pronunciarla, ma ancor più le dava fastidio quella proferita dal padre in ospedale, lo aveva sentito mentre parlava col medico, dicevano di sua madre che "...ormai è una larva". Lei era inorridita, come potevano dire una cosa simile della sua mamma? Poi si rincuorò al pensiero che ora era una bellissima farfalla, che volava leggera nei prati posandosi sui fiori, nulla ora la poteva far soffrire...

Tratto da: La discarica del tempo, UNA NUOVA VITA di Milos Fabbri       Arduinosaccoeditore

Addio allo scrittore Alvaro Mutis





Addio allo scrittore Alvaro Mutis 
Uno dei massimi rappresentanti della letteratura ispanoamericana. Aveva 90 anni. E' stato amico di Gabriel Garcia Marquez e Fabrizio De André


CITTA' DEL MESSICO - Lo scrittore Alvaro Mutis, tra i maestri della letteratura latinoamericana, è morto ieri a Messico all'età di 90 anni. Lo ha reso noto su Twitter il Consiglio nazionale della Cultura e delle Arti messicano. Carmen Miracle, moglie dello scrittore, ha precisato al quotidiano messicano La Jornada che "la morte è sopravvenuta dopo una grave malattia che ne aveva reso necessario il ricovero una settimana fa".

Mutis, intimo amico di Gabriel Garcia Marquez, era nato a Bogotà nel 1923, ma aveva passato la sua infanzia in Belgio dove suo padre, diplomatico, visse fino al 1932. Dal 1956 risiedeva in Messico.

Il suo esordio letterario lo fece come poeta. Creò il personaggio di Magrol, che compare nella raccolta di poesie Gli elementi del disastro e che a partire dagli anni Settanta entrò nei suoi romanzi. Tra le sue opere più note, La Neve dell'Ammiraglio, Un bel morir e Ilona arriva con la pioggia, da cui è stato tratto il film di Sergio Cabrera e a cui è ispirata la canzone Smisurata Preghiera di Fabrizio De André, inclusa nel suo ultimo album Anime salve. Il cantautore
e lo scrittore si incontrarono alla prima della pellicola e da quell'incontro nacque un'amicizia e una profonda stima reciproca. Vinse tra gli altri i premi Xavier Villaurrutia, Principe delle Asturie e Cervantes.

Oltre che per la letteratura, Mutis aveva una grande passione per i viaggi. E' stato a lungo legato anche al mondo del cinema: fu agente in America Latina per alcune major Usa e nel 1988 fu voce narrante della versione spagnola della serie Gli intoccabili.

venerdì 20 settembre 2013

García Márquez lettore: i libri illeggibili? Al cesso!

gabriel-garcia-marquez“Il fatto è che non devono esserci libri obbligatori, libri di penitenza, il metodo salutare è interromperne la lettura non appena le pagine diventano insopportabili; tuttavia, per i masochisti che preferiscono proseguire malgrado tutto c’è una formula sicura: sistemare i libri illeggibili nel gabinetto.
C’è una strana domanda che ricorre spesso fra noi scrittori: che libro stai leggendo? Primo, perché è strano che uno scrittore non domandi a un altro che cosa stia scrivendo, e secondo perché si immagina che lo scrittore, per una necessità inerente al suo mestiere, stia sempre leggendo un libro che merita di essere consigliato. La risposta è quasi sempre evasiva, perché a partire da una certa età non si sa più bene che libro si stia veramente leggendo, ottenebrati come siamo dalla desolante sensazione che tutto quello che valeva la pena di leggere è stato già letto in passato, e che le ore prima dedicate alla lettura le si dedica adesso a pescare qua e là, con la speranza di imbattersi finalmente in una nuova e improvvisa rivelazione.
Sembra che i poeti siano i lettori più avidi e perseveranti. Dei romanzieri, invece, si dice che leggono solo per sapere come sono scritti i romanzi degli altri scrittori, e per scoprirvi i meccanismi più nascosti della professione. Qualcosa di simile allo smontaggio di tutti i pezzi di un orologio per scoprire com’è fatto e rimontarlo, affinché gli altri non posseggano segreti artigianali che non si sia in grado di utilizzare. [...] Il grande pericolo della rilettura è la delusione. Autori che ci affascinarono in passato potrebbero – e quasi sempre possono – apparirci insopportabili.
[...] Come lettore, nel mio caso, ci sono passioni giovanili che sono sopravvissute a tutto, e le tre più importanti sono Herman Melville, Robert Louis Stevenson e Alexandre Dumas [...] Oggi, le librerie sono grandi e vistosi mercati di libri di attualità, fabbricati apposta per essere venduti in tutta fretta e letti per ammazzare il tempo e poi finire nella spazzatura.
Gabriel García Márquez, “Taccuino di cinque anni”

mercoledì 18 settembre 2013

Recensione Libro “Una nuova vita”


Recensione Libro “Una nuova vita”

http://www.recensionelibro.it/una-nuova-vita-milos-fabbri



Recensione Libro 

“Una nuova vita"

Citazione
“Mi sento sconfitto, le sussurro all’orecchio SCUSA,
 mi alzo e mi allontano. 
Chiamo l’ambulanza e mi siedo fra il sangue. 
Le lacrime mi cessano
 ed un pensiero mi raggiunge: finalmente una nuova vita.”

 

 

Di cosa parla “Una nuova vita” di Milos Fabbri

Leggendo la raccolta di racconti “Una nuova vita” di Milos Fabbri, si ha la chiara sensazione dalle prime pagine che lo scrittore non userà mezzi termini, ma arriverà dritto al punto senza curarsi di utilizzare un tono compiacente.
Quello che fa Milos Fabbri nel libro “Una nuova vita” è condurre il lettore nella mente di personaggi apparentemente normali, che posti in una situazione scomoda e difficile per loro dovranno prendere delle decisioni importanti e risolutive.
I racconti narrati da Fabbri sono vivi, si mostrano in tutta la loro crudezza, perché la vita non può essere sempre raccontata con dolcezza, altrimenti non rappresenterebbe tutta la realtà.
Ed ecco i primi due personaggi, due anziani che guardano la televisione, ma sono presi da altro “pensavano alla loro fine, alla morte. Pensavano a quanta vita avevano trascorso cercando di campare il giorno dopo, tutto il tempo presente era usato in facoltà del giorno seguente”.
Questi pensieri nascondono ben altro, perché intanto una marea ha ucciso delle persone, tra cui dei bambini e per l’anziano è quasi d’obbligo chiedersi perché non sia accaduto a lui. Nel finale della storia c’è il colpo di scena, crudo come ciò che troppo spesso ultimamente accade.
La raccolta di racconti “Una nuova vita” non può essere descritta pagina per pagina, ma va letta per essere metabolizzata, perché certe storie ci sono molto più vicine di quanto pensiamo e Milos Fabbri vuole essere onesto, non inventare, anche si tratta pur sempre di un libro.
Leggendo “Una nuova vita” si ha l’impressione di guardare ciò che viene raccontato in televisione, ciò che siamo diventati e come alcune persone reagiscono dinanzi a certe situazioni.

martedì 17 settembre 2013

AUGURI


http://www.letteratu.it/2013/04/07/auguri/
http://www.raccontinellarete.it/?p=14274




La rabbia faticava a svanire.
Antonio se ne stava seduto sul divano con lo sguardo rivolto alla finestra chiusa. Aspettava il giorno, attendeva il sorgere del sole per affacciarsi a questa nuova giornata che avrebbe sicuramente risvegliato in lui antichi ricordi.
Aveva lo sguardo fermo, fisso, ancora arrabbiato; nonostante fossero passati vent'anni non l'aveva perdonata o forse, il risentimento per ciò che aveva perduto era più forte del vissuto. Si era logorato sulle possibilità perse da allora fino ad oggi: vent'anni. Non si era costruito più nulla di vero; giocava con le persone e con la sua stessa vita, non era riuscito a saltare il fosso, ma bensì ci era precipitato dentro. Il rancore lo aveva reso inerte davanti ai suoi desideri, era mutilato, storpio, monco.
Il sole si insinuò fra le persiane, un raggio lo colpì in volto, quest'oggi aveva deciso di porre fine al suo martirio, avrebbe cancellato quell'astio e si sarebbe riappacificato con entrambi: con lei, ma soprattutto con se stesso.
La collera gli bruciava dentro, più pensava a questa data, più si avvicinava a quella “fede”, più gli si smuoveva dentro un'incontrollata sensazione di vendetta, il tempo non aveva cancellato nulla; era troppo il dolore che aveva dovuto sopportare per colpa sua, di quel gesto egoistico. Antonio si era ritrovato a scavare nel passato, nella sua infanzia per sradicare quelle radici malate, ma lei non aveva fatto altro che sollevare la polvere ed uscirsene dopo poco per prendere una boccata d'aria fresca.
Spense il fornello quando ormai era già tardi, il caffè era uscito dalla moca ed aveva imbrattato tutto il piano cottura, non si mise a pulire ma si limitò a versare nella tazzina quel poco caffè rimasto. Uscì di casa, raccattò la bici dall'atrio del condominio e si allontanò da quelle poche certezze che si era sempre tenuto ben saldo.
Pedalava, e più pedalava più i pensieri si infoltivano, non riusciva più a distinguere le colpe che lui le aveva sempre attribuito, dalla sua paura di ammettere la propria debolezza, la propria incapacità ad affrontare le insicurezze del suo animo.
Si fermò di fronte ad un palazzo di due piani, squadrò il grosso portone chiuso e successivamente alzò lo sguardo fino ad una finestra aperta con un vaso di gerani in fiore sul davanzale.
Il completo caos che lo circondava, dagli ambulanti che vendevano verdura, ai rombi delle auto per finire alle grida dei bimbi che andavano a scuola, non scuotevano quel completo silenzio che gli regnava dentro. Avrebbe messo fine a quella cattiveria, oggi doveva fare in modo di contrastare quel senso di colpa che si portava dietro.
Non sapeva chi avrebbe trovato dietro a quella porta, ma a lui non importavano le persone, in questo momento aveva l'ambizione di disotterrare il cadavere del suo passato e magari riportarlo alla vita regalandosi così un po' di felicità.
Bussò alla porta, un giovane ragazzo gli aprì, serio e crucciato, non gli disse nulla, non lo invitò ad entrare, ma Antonio già si era fatto spazio fra lui e lo stipite della porta entrando. Percorse buona parte del corridoio, poi si fermò inginocchiandosi e prendendo dalla busta che portava con sé, mazzetta e scalpello, iniziò a picchiare sulla mattonella.
Il ragazzo iniziò a gridare, gli si avvicinò: “Guardi che chiamo la polizia, ma cosa diavolo sta facendo, questa è casa mia, ma cosa fa non vede che rompe tutto? Adesso la faccio arrestare!”.
Antonio continuava, con gesto ripetitivo a picchiare quella mattonella, la frantumò arrivando al massetto. Continuò a picchiare.
Il ragazzo si era allontanato, forse per telefonare, quando sbucò dalla stanza vicino una signora che senza dire nulla rimase ferma a guardare Antonio.
Vuole che le prepari un tè?” chiese la signora con tono cordiale.
Antonio si arrestò un momento, la guardò, poi ricominciò a demolire il massetto.
La signora entrò in cucina e mise sul fornello un brico con dell'acqua.
Non ci mise molto Antonio a recuperare la sua fede, conosceva bene il punto, era tornato vivo il momento in cui si sfilò, vent'anni addietro, la fede dall'anulare e la mise fra il cemento del massetto che stava facendo. La prese fra le mani e se la guardò, ci soffiò e se la strofinò sulla camicia, poi ci lesse la data, il nome; e si alzò.
Entrò in cucina, dalla stanza a fianco si alzò un suono di pianoforte; Antonio si mise seduto di fronte ad una tazza fumante di tè. Aveva trovato ciò che cercava, mancava un ultimo gesto e sarebbe, finalmente, tornato libero, forse fra poco tutta la sua rabbia sarebbe svanita, forse avrebbe pianto e a sessant'anni quel pianto sarebbe servito.
La signora gli si mise di fronte, lo guardava; Antonio le prese la mano e le infilò l'anello al dito.
Auguri” e così dicendole si alzò in piedi, percorse il corridoio e si chiuse la porta alle spalle. Si tolse la polvere dai pantaloni e respirando quella nuova aria del mattino salì sulla bicicletta con il peso dei suoi sessant'anni.

di Milos Fabbri

sabato 14 settembre 2013

Leggere e Sognare



"Coloro che leggono molti libri sono come i masticatori d'hashish: vivono in un sogno, e il veleno sottile che penetra nei loro cervelli li rende insensibili al mondo reale. Verrà il giorno che saremo tutti bibliotecari, e allora sarà finita per noi".

Anatole France, La vita letteraria, 1888/92

giovedì 12 settembre 2013

VOLARE e CADERE







Sono caduto nel fossato
che ero molto piccolo
e li dentro ci ho camminato
per parecchi anni
ma poi ne sono uscito

nessuno mi riconosceva
qualcuno mi sorrideva
vedendo i vestiti ormai invecchiati
ed i capelli tutti arruffati.

Così sono arrivato al mare
e nudo mi son messo a nuotare
per un po' ho nuotato
ma poi sono affogato

e questa è la triste fine
di un povero invornito
che a forza di provare
è riuscito a farsi male.

 di Milos Fabbri

Cosa è diventata la repressione nell’attuale società dei consumi: genealogia di una frustrazione.

Cosa è diventata la repressione nell’attuale società dei consumi: genealogia di una frustrazione.


Articolo di
Scritto il 1 agosto, alle 03 : 33 AM
letteratu.it




Avere non significa nulla se non c’è un impulso interno che determini l’aspirazione a un siffatto possesso. Quindi l’Avere può tradursi tranquillamente in Volontà. La società non oscilla tra l’Essere e l’Avere, ma tra l’Essere e il Volere. Questo dualismo non è altro che il mero tentativo di schematizzare qualcos’altro. Io andrei oltre, ovvero una Società che parte dall’Essere e dal Volere per giungere al Voler Essere.
Inibire le risorse autentiche della nostra coscienza e comprimerle con desideri vani, inutili, inefficienti perché non a misura delle nostre effettive possibilità è stato l’unico vero scopo di ogni società. Essa stessa non è un corpo malato, ma nonostante ciò non può illudersi di essere la migliore oggettivazione che lo spirito umano sia riuscito a compiere per sé stesso. In un contesto come questo, quando si parla di Volontà, si parla soprattutto di una volontà che autonomamente, coscienziosamente, liberamente crea una sovra struttura che governi quella sottostante. Una struttura ideale, un ideale che, ovviamente, non può essere attuato tanto quanto è incommensurabile la sua perfezione.
Cos’è allora la repressione? In questa società, la repressione rivela come prima forma il suo contrario, delle forze opposte come “imprimere”, “stimolare”, “esprimere”, “motivare”, “fissare”, tutto ciò che non vieta ma che ti consente invece una possibilità, di rendere possibile l’impossibile, di convertire le tue aspirazioni in realtà, di tramutare la volontà come causa in effetto. Il divieto è nella “presa di coscienza”. Quanto più aspiriamo, quanto più crediamo di poter fare il grande salto, quanto più desideriamo, sogniamo e ci convinciamo che l’impossibile è in realtà una menzogna, essa, la coscienza, ci catapulta nuovamente nella verità, un suolo circoscritto solo dalle umane possibilità, dai limiti, dalle vere capacità. La coscienza diventa l’unico vero metro di paragone del tuo valore. Veniamo inghiottiti continuamente da una cultura che offre meravigliose possibilità. Tuttavia la coscienza subisce la presa d’atto di sé stessa, davanti a questo spettacolo ci induce a una frenata, a sterzare immediatamente perché la strada, più avanti, non porterà a nessun paradiso.