venerdì 20 settembre 2013

García Márquez lettore: i libri illeggibili? Al cesso!

gabriel-garcia-marquez“Il fatto è che non devono esserci libri obbligatori, libri di penitenza, il metodo salutare è interromperne la lettura non appena le pagine diventano insopportabili; tuttavia, per i masochisti che preferiscono proseguire malgrado tutto c’è una formula sicura: sistemare i libri illeggibili nel gabinetto.
C’è una strana domanda che ricorre spesso fra noi scrittori: che libro stai leggendo? Primo, perché è strano che uno scrittore non domandi a un altro che cosa stia scrivendo, e secondo perché si immagina che lo scrittore, per una necessità inerente al suo mestiere, stia sempre leggendo un libro che merita di essere consigliato. La risposta è quasi sempre evasiva, perché a partire da una certa età non si sa più bene che libro si stia veramente leggendo, ottenebrati come siamo dalla desolante sensazione che tutto quello che valeva la pena di leggere è stato già letto in passato, e che le ore prima dedicate alla lettura le si dedica adesso a pescare qua e là, con la speranza di imbattersi finalmente in una nuova e improvvisa rivelazione.
Sembra che i poeti siano i lettori più avidi e perseveranti. Dei romanzieri, invece, si dice che leggono solo per sapere come sono scritti i romanzi degli altri scrittori, e per scoprirvi i meccanismi più nascosti della professione. Qualcosa di simile allo smontaggio di tutti i pezzi di un orologio per scoprire com’è fatto e rimontarlo, affinché gli altri non posseggano segreti artigianali che non si sia in grado di utilizzare. [...] Il grande pericolo della rilettura è la delusione. Autori che ci affascinarono in passato potrebbero – e quasi sempre possono – apparirci insopportabili.
[...] Come lettore, nel mio caso, ci sono passioni giovanili che sono sopravvissute a tutto, e le tre più importanti sono Herman Melville, Robert Louis Stevenson e Alexandre Dumas [...] Oggi, le librerie sono grandi e vistosi mercati di libri di attualità, fabbricati apposta per essere venduti in tutta fretta e letti per ammazzare il tempo e poi finire nella spazzatura.
Gabriel García Márquez, “Taccuino di cinque anni”

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