giovedì 3 ottobre 2013

ANDREA CAMILLERI


   La riduzione, il taglio dei sovvenzionamenti e dei contributi alle biblioteche, di qualunque tipo esse siano, e' un provvedimento assolutamente insensato, lo si puo' definire cosi', con assoluta tranquillita'. 

   Perche' oggi i libri costano e il costo della vita aumenta ogni giorno che passa.
Siamo in piena recessione.
Quindi, chi vuole leggere, chi ha necessita' di consultare dei volumi, non puo' che rivolgersi alle biblioteche.
In una situazione di crisi come questa la cosa dovrebbe essere inversa, cioe' le biblioteche dovrebbero essere sovvenzionate maggiormente, per poter far fronte alla richiesta.
Questo rientra nel campo della logica, ma molte cose oggi sono illogiche. Quindi mi auguro che questa iniziativa possa in qualche modo, usando un verbo che mi sta antipatico, sensibilizzare piu' che l'opinione pubblica, i responsabili che sono oggi al potere.
Per cio' che mi riguarda, durante gli anni del liceo frequentavo molto la biblioteca comunale di Agrigento. Avevo tantissima voglia di conoscere, vedere, entrare dentro la Biblioteca Lucchesi Valli, che era annessa al Vescovado e di cui avevo letto Pirandello e tanti altri. Ma negli anni in cui c'ero io l'accesso era vietato perche' le condizioni erano inagibili. Mi sono interessato a distanza di anni e ho saputo che era stata messa qualche pezza per arrestare se non altro il cammino dei danni. [...]
(da Andrea Camilleri, Non impoverite le biblioteche, Il Sole 24 Ore - Domenica, 7 ottobre 2012)

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