martedì 26 novembre 2013

RECENSIONE

 Recensione: STUDIO 83

UNA NUOVA VITA
Milos Fabbri
Arduino Sacco Editore, Roma 2013


“Una nuova vita” è un’antologia di racconti brevi, istantanee ambientate in città e
contesti quotidiani della realtà italiana. I protagonisti sono coppie in crisi, anziani
depressi, mariti traditori: in generale, un’analisi di situazioni apparentemente normali, che nascondono però realtà borderline, fatte di abbandono, abbrutimento, anche crimine. Da un lato non sono temi nuovi, anzi, sono piuttosto abusati, soprattutto nella forma-racconto; dall’altro lato traspare una ricerca
contenutistica da parte dell’autore, che cerca di metterci del proprio, trovare una sua
originalità e in generale un significato nelle istantanee che ritrae.
Il risultato è al momento ancora immaturo: il senso non è sempre chiaro, come non
sono chiari i sottotesti e i significati. Di norma, in opere di questo tipo, soprattutto se
di autori esordienti, si trova un forte compiacimento verso le situazioni borderline che
si descrivono: in questo caso traspare più una rassegnazione. I racconti difettano di una vera e propria struttura nella quale ogni elemento trova il suo senso e la sua funzione.

  Anche dal punto di vista della veste redazionale e della cura del testo, appare
lampante la totale assenza dell’editore, cosa che non gioca a favore dell’opera.
Refusi, cattiva impaginazione e – soprattutto – mancanza di un editing che avrebbe
aiutato l’autore a tirare fuori qualcosa dal suo materiale grezzo, indirizzandolo su un
percorso stilistico magari differente, ma efficace. Mi dispiace qui notare che il nome
dell’editore (Arduino Sacco) non mi è nuovo e che, ogni volta che ho recensito un
libro pubblicato da questa casa editrice, sono incappata sempre nelle stesse,
gravissime mancanze: zero impaginazione, zero correzione bozze, zero editing.
Scrittori abbandonati a se stessi e dati in pasto al pubblico.
E, come ho detto in passato a proposito di autori incappati in questo editore (che non
è il solo, naturalmente, ma è uno di quelli con cui ho avuto a che fare più spesso), alla
fine a pagare le conseguenze di questa (sospetta?) incompetenza sono gli scrittori, che
affidano se stessi e il loro lavoro a qualcuno che non fa il proprio. E poi sono gli
autori a ritrovarsi “stroncati” (se mi si perdona l’uso di un termine così forte, ma
immagino che la percezione potrà essere questa).
In ogni caso, gli errori si commettono e l’importante è andare avanti. Di editori seri
ce ne sono, basta avere la pazienza di incontrarne uno: ciò che conta è essere sicuri
che il proprio sudato lavoro stia finendo nelle mani giuste. E in questo caso non lo
erano, purtroppo.

Nessun commento:

Posta un commento