domenica 13 ottobre 2013

LIBRI

Aumentano gli italiani che leggono.
Ma il mercato continua a calare

Il rapporto dell'Aie presentato alla Buchmesse di Francoforte. La platea dei lettori ha raggiunto il 46% della popolazione con più di sei anni. Nei primi otto mesi di quest'anno le vendite sono diminuite di un altro 5,4%. Bene gli ebook
FRANCOFORTE - Luci e ombre nel rapporto sullo stato dell'editoria nel nostro Paese: aumenta il numero di italiani che leggono ma il mercato dei libri continua a perdere terreno. Dai dati presentati dall'Associazione italiana editori (Aie) alla 65ma edizione della Buchmesse di Francoforte emerge che legge il 46% degli italiani sopra i sei anni, lievemente di più rispetto all'anno scorso sebbene ancora al di sotto dei parametri europei. Quanto alle vendite, nei primi otto mesi di quest'anno si è registrato un -5,4% nei canali trade (ovvero nelle librerie, nella vendita online e nella grande distribuzione organizzata) rispetto allo stesso periodo del 2012. Nel confronto con il 2011 si è arrivati a un poco rassicurante -13,6%.

I numeri della crisi. Il 2012 è stato un vero e proprio "annus horribilis" per il libro: il mercato complessivo, che comprende anche il rateale, il book club, i collezionabili, l'export e le vendite a biblioteche, ha fatto segnare un calo del 6,3%. Una chiusura solo in apparenza più contenuta, rispetto al pesante passivo nei canali trade che si attestano su un -7,8%. E si raggiunge quota -8,4% se si escludono il non book (fatto sempre meno da prodotti di cartoleria e sempre più da gadget) e i remainders, cioè i libri d'occasione.

Il 2012, spiegano gli editori, ha lanciato segnali da tenere sotto costante osservazione: cresce infatti il mercato dell'e-book, cominciano a cambiare le gerarchie dei canali di vendita, con un boom delle vendite online e la perdita di terreno delle librerie fisiche e riacquista terreno (anche se di poco) la lettura in Italia. Peggiora, infine, l'export sia del libro fisico che dei diritti di edizione.

I lettori. La platea è di oltre 26 milioni di italiani. Sul dato complessivo pesa, come sempre, quello dei lettori medi e forti, che leggono più di sette libri l'anno: rappresentano il 30% del mercato e da soli generano tra il 39% e il 43% dei volumi di vendita di libri italiani.

I libri si comprano sempre meno in libreria e sempre più online. La prima passa, escludendo lo scolastico di adozione, dal 79% del 2008 all'attuale 73%. Cresce invece la quota dei canali sul web: nel 2008 valevano il 3% e oggi arrivano all'11% che salirebbe fino al 13% se considerassimo anche l'e-book. Ci si avvicina così alla grande distribuzione organizzata, che si conferma al 16%.

Bene gli ebook. Il settore del digitale lascia ben sperare per il futuro: il mercato degli ebook è raddoppiato arrivando a raggiungere una quota dell'1,8-2% del trade. Cifre ancora limitate, ma in forte crescita, a cui si aggiunge il fatto che nel caso di alcuni titoli di fiction si arriva fino al 5%. Percentuale a cui l'Associazione degli editori ritiene possa arrivare nel 2013 l'intero settore. Escludendo i prodotti ibridi (carta + cd-rom/Dvd rom) il comparto ha raggiunto una quota di mercato del 6,4% (con una crescita in tre anni del 44,3%).

Nel 2012 la lettura di ebook ha riguardato il 3% della popolazione con più di 14 anni: complessivamente 1,6 milioni di italiani. Contestualmente c'è stata una forte crescita (+45%) della lettura degli ebook rispetto al 2011, dato che diventa un +136% se si considerano i risultati del 2010.

Nell'ottica di valorizzare questo settore, il presidente dell'Aie Marco Polillo ha lanciato dalla Buchmesse un appello alla politica. "Siamo a Francoforte, in un contesto internazionale - ha detto - ed è naturale fare dei confronti. Chiediamo una politica per il futuro che passi per una vera promozione del libro e della lettura, un'Iva parificata tra ebook e libri di carta, il riconoscimento della centralità dei contenuti all'interno dell'agenda digitale, un aggiornamento serio, non improvvisato, delle normative sul diritto d'autore. Il settore si aspetta molto da una buona politica: non sussidi, ma un supporto basato su regolamentazione, misure in favore dell'innovazione e promozione culturale".

L'export. In calo, infine, l'export del libro con un -10% e la vendita di diritti. Diminuiscono i titoli pubblicati in Italia che sono traduzioni da altre lingue: erano il 25% nel 1995, il 23% nel 2000, sono oggi il 20%. Segno che l'editoria e la filiera dipendono meno dall'estero.

Per la prima volta però si evidenziano due dati negativi sul fronte dell'export: cala del 7,5% la vendita di diritti di autori italiani all'estero (con una minore accentuazione per il settore bambini e ragazzi), cala l'export di libri fisici, con un significativo -10% (anche se l'export vale circa l'1% del mercato).

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