domenica 1 settembre 2013

EROI DI CARTA



Eroi di cartaNon amo le etichette o gli schieramenti aprioristici. Mai. In nessun caso. Ritengo invece essenziale valutare da diverse prospettive ogni cosa, soprattutto quelle che si reputano importanti. Per questa ragione, appena saputo per radio del libro di Dal Lago (ero in autostrada sulla Firenze - Roma), l'ho immediatamente ordinato appena giunto in albergo. Ho letto ed apprezzato Gomorra, di Roberto Saviano e, dello stesso autore, non mi sono fatto mancare La bellezza e l'inferno. Che mi è piaciuto un po' meno, ma che comprerei di nuovo.
Ma non per questo ho deciso di iscrivermi al partito dei "Saviano santo subito", nè con l'acquisto di questo libro intendo manifestare il desiderio di un "Saviano al rogo". Al rogo manderei solo i fondamentalisti per partito preso. Quelli che si schierano e, probabilmente, non hanno letto nessuno di questi 3 libri. E pur pretendono di dettare il passo.
Chiunque ami la letteratura non potrà che apprezzare il lavoro di Dal Lago e del suo testo. Ricco di considerazioni, spunti di riflessione, citazioni ma anche critiche su un certo modo di porsi e intendere le cose. Un libro che aiuta a schiarisi ulteriormente le idee, a ponderare meglio i segnali e gli eventi.
Non tutti i passaggi risultano semplici e, le numerose citazioni, accrescono il piacere della lettura in chi possiede un buon background culturale, frustrando e indispettendo tutti gli altri.
Infine (a costo di apparire un po' snob), un passo del libro, a pag. 149, mi sento di sottoscriverlo pienamente, quando l'autore afferma "La fortuna del noir, della narrativa fantasy e pseudo-storica comporta il successo di uno stile di cui è facile individuare le caratteristiche [...] immagini forti, metafore facili, storie sensazionali, periodare semplice. Uno stile da passatempo, da letteratura da consumare più che da leggere, grazie al quale il lettore di un libro all'anno (che sia Tre metri sopra il cielo o Gomorra) si prende [...] una rivincita su quel mondo delle lettere che lo ha sempre escluso o continua a escluderlo quando produce poesia, critica o narrativa alta.

By PierLuigi

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