a
Catta
Lo
sportello dell'auto si apre, la mano rimane aggrappata alla maniglia,
il piede sinistro si posa sull'asfalto; esco. Luca, sceso a sua volta
mi si avvicina "ce la fai?", finita la frase mi cimento in
uno splendido spettacolo di vomito ai piedi del fosso. Sono
dilagnato, è tutta la sera che bevo dell'Unicum, il corpo non ce la
fa più ma la mente è ancora in gran forma. Purtroppo non è così.
Finite le gettate di vomito, non saranno state più di tre, raccatto
la bottiglia dell'acqua in macchina e mi sciacquo la bocca. Che
schifo il gusto di vomito, il suo odore nauseante; l'unica cosa
positiva è che dopo una bella sboccata ci si riprende un pochino.
Luca ride, rassicurato che per questa sera non morirò, ride, mi
guarda e ride, mi lascio contagiare. Risaliamo in macchina. Guido io,
come stava avvenendo anche prima della pausa vomito. Luca vorrebbe
guidare ma l'auto è mia e come sempre mi impunto nel dire che ce la
faccio senza problemi. A guidare. Luca non insiste, ci conosciamo da
tanto ed è consapevole che non servirebbe. Insistere. L'auto si
mette in moto, partiamo. L'andatura è lenta, ci stiamo dirigendo in
un Pub per bere le prime birre, la serata è ancora lunga, ma ecco
che dopo pochi minuti ci troviamo al lato della strada una pattuglia
di carabinieri che, ovviamente, allungando la paletta c'intima di
arrestare l'auto.
Fermi,
non al bordo della strada ma esattamente al centro della corsia. Il
carabiniere fa segno di accostare più a lato "avrà sicuramente
capito la situazione" Luca rideva, del resto ride sempre, come
può in questa situazione non ridere? Il carabiniere si avvicina al
finestrino e mi guarda in faccia, io ricambio lo sguardo e
chiaramente, rido. "Scendere prego". Bastava ascoltare la
mia voce per capire che ero sbronzo, altro che un fottutissimo zero
virgola otto, qui si parla di tre punto due. Non so se mi spiego.
Dopo
aver dato un po' di spettacolo, con discorsi veramente al limite
della decenza, il carabiniere, molto educato e molto testa di cazzo,
mi dice che non posso guidare l'auto in quanto mi sta ritirando la
patente. Luca non infieriva, non c'era nulla da infierire del resto,
l'unica cosa che mi suggerì, "se vuoi Paolo, guido io fino a
casa senza che chiami nessuno", ma ovviamente non accettai la
sua proposta e alle tre del mattino chiamai mia madre per farmi
venire a prendere.
Arriva
la mamma, ci carica entrambi sulla sua macchina e porta Luca a casa,
poi mi accompagna anche a me. Disastro. Sono un disastro di uomo, è
che purtroppo sono sfigato, non sarà mica tutta colpa mia? La serata
seppur lunga è giunta al termine senza l'auto nel garage, senza
patente nel portafoglio, con l'animo incazzato e pure senza l'ultima
birra nello stomaco. Fan culo tutti.
Non so chi sia questo Catta, ma sento già di stimarlo molto... C'è come un aura di santità in quest'uomo! Quanto vorrei essere come lui!!
RispondiEliminaGrazie
Paolo