giovedì 14 settembre 2017

Clown

 
 
 
 
 
Ho sentito qualcuno che lo raccontava, sussurrandolo, vicino vicino ad altre persone. 
Lo avreste dovuto vedere e sentire, diceva. Si dimenava raccogliendo parole e rigettando
sorrisi. Un artista di strada, lo potremmo definire. Sarebbe bello, avere tutti quello sguardo,
lo sguardo che ci mostra, durante lo spettacolo. Sembra che nulla, nulla, nulla sia meglio
della sua poesia; e sembra, che quella poesia, possa durare, poco più, di quello spettacolo. 
Ma tu sai che non è così. Perciò sorridi, sereno che presto, tornerai triste, nel tuo mondo, 
fra la tua infelicità e la sua insoddisfazione. 
Che bello, guardare quel trucco e pensare che sia magia. 
Guardarlo librarsi nell’aria, scomparire dietro a uno specchio e solo la tua immagine,
persistere.
Uno scroscio di applausi, per enfatizzare l’avvento, per sfumare quel sogno, senza
quasi accorgertene, e tornare alla sua disapprovazione. Una voce in cui ti scoppia la testa. 
Una voce che sussurra… la solita merda. E provoca applausi, i suoi.
Tre palle, poi quattro, disegnano un cerchio nell’aria e le mie, sempre ferme, sempre piene.
Poi gli anelli, poi il fuoco, i birilli. Il cappello a terra in cerca di conferma. Lo guardo, 
la guardo, li guardo. Ho quasi paura di muovermi. Come cazzo ho fatto a finire così,
senza quasi accorgermene. Finire così, ed accettarlo. Perché?
Mi si avvicinano due microscopici essere umani, li guardo, loro continuano a guardarmi, 
ma che vogliono, chi sono?Babbo...”
Gli ultimi applausi si spengono in tutta la piazza, è notte, è ora di tornare. La magia è 
svanita, come già detto. La mia colpa invade, ora, la piazza, e lei mi guarda.Bello vero?”Bellissimo!”
Mi guarda seria, incazzata.Perché mi sfotti?”
Ecco e ora? La uccido! Basta, non se ne può più.Mi vuoi bene?”
No, ti odio!Babbo...” Li guardo.Si, ti voglio bene.”

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