domenica 9 febbraio 2014

CASA SANREMO


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Casa Sanremo Writers – Milos Fabbri

febbraio 21 @ 15:00 - 18:00

Milos Fabbri

Sono nato a Faenza nel 1976. Dove sono rimasto per ben ventiquattro anni. Poi, ho iniziato a cambiare casa: ad oggi ho fatto dodici traslochi. Spero di farne almeno altri due, prima di quello definitivo. A quattordici anni non avevo assolutamente idea di cosa volessi fare nella vita, per cui mi indirizzarono ad un istituto professionale. Diventai un elettricista, ed ancora tuttora lo sono. Quando avevo compiuto da poco i dodici anni, mio padre mi regalò una macchina da scrivere, e io scrivevo: ho sempre scritto. Scrivevo le classiche cose che scrivono gli adolescenti, di amori e di se stessi. Poi un bel giorno conobbi una donna che sorrideva sempre, pensai che doveva essere molto triste per cui, ci sposammo. Ad oggi abbiamo procreato due bellissime creature. Ma mia moglie sorride meno di un tempo, non so se è un bene o una cosa negativa. Nel 2011 conobbi la persona che mi aiutò a decifrare la mia scrittura. Ivan è uno scrittore che come me campa facendo l’elettricista. La sua conoscenza ha dato il via a un mio accrescimento letterario. Finalmente mi misi a scrivere con serietà e devozione. Così a fine 2013 riuscì a stampare presso la casa editrice Arduino Sacco il mio primo libro, una raccolta di racconti.
fabbri cop 
Una nuova vita
Il libro è intitolato Una nuova vita. Non penso, che girando per un qualsiasi paese e chiedendo alle persone: “Ma lei è felice? Le piace la sua vita?” di trovarne molte che rispondano affermativamente. La maggior parte delle persone soffre nel vivere la propria vita: perché? Questo libro è una raccolta composta da sedici racconti, i quali ruotano su un unico argomento: l’insoddisfazione. E a cosa porta tale sentimento? Porta, spesso, le persone a compiere gesti estremi. Porta le persone ad un punto di non ritorno. Il primo dei racconti narra proprio di due vecchi schiacciati da una società che li ha reclusi dentro la loro casa; e il loro gesto, la loro risposta, non può essere che delle più estreme. Abbandonati pure dalla figlia, che pensa solo alla sua vita fregandosene dei genitori, riescono a recuperare le ultime forze e a gettarsi dal balcone. I racconti si susseguono in storie sbagliate, rapporti di coppia logori dove l’uno spera la morte dell’altro: unica salvezza. Si narra di medici che del benessere del paziente non gliene frega niente, sono i soldi che fanno muovere tutto, e loro si muovono con loro. Un uomo dichiarato morto anticipatamente, solo per potergli esportare gli organi, ma che in realtà si potrebbe salvare, e solo grazie alla cattiveria della moglie, riesce fortunatamente a salvarsi. Maggiormente verso la fine, man mano che i racconti scorrono, soprattutto negli ultimi, traspare un senso d’amore e di speranza, maggiore rispetto all’inizio. C’è sempre tanta amarezza per ciò che si è perduto, per ciò che si ha avuto ma non si è saputo amare. C’è tanta amarezza, ma persiste, in tutti i personaggi, una voglia di rivalsa, la voglia di riscatto, la voglia di poter avere una nuova vita. Il personaggio che conclude il libro è Rincobbaldo, il matto del paese. Una persona che fin da bambino si è isolato dal mondo, che è cresciuto rinchiuso nella propria fantasia e solo la visione di Onirica, una splendida ragazza, riesce per un po’ a farlo uscire. Ma non ci sarà nulla da fare, la consapevolezza che tutto è effimero, che tutto scompare e finisce, farà tornare Rincobbaldo a rinchiudersi nella sua mente. Sarà forse Onirica allora, ad interpretare un viaggio verso la sua pazzia. Con una serie di eventi divertenti Onirica raggiungerà il suo amato, ma sarà forse troppo tardi.

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