“Ti
stai già preparando? Non è presto per portare Celeste a scuola?”
Teresa era ancora distesa nella parte sinistra del letto, il lenzuolo
era abbassato, faceva caldo. La canottiera bianca che indossava
lasciava immaginare due abbondanti seni, ma non per Paolo, che li
conosceva bene. Lui sapeva che erano abbondanti e molli, e gli
piacevano così.
“Oggi
parto per Roma, non ricordi?” Paolo finì di allacciarsi le scarpe
dando le spalle alla moglie, poi si alzò e la guardò in viso; la
vide contrariata.
“Perché
ci vai?” gli chiese.
Paolo
era indeciso, poteva incazzarsi o ripetere per la quarantesima volta
la stessa cosa. Si scrollò di dosso il suo disagio e rimase zitto,
aspettando.
“Non
sei obbligato, lo vedrai fra qualche giorno.” Continuò lei,
grattandosi il naso.
“Non
mi sento per nulla obbligato” la voce di Paolo era arrabbiata, ma
cercò di controllarsi. Si avvicinò all’uscio, doveva andare.
“Ci
voglio andare, ci voglio essere. Voglio essere lì quando sarà
nuovamente libero. Voglio essere la prima persona che vede, lo voglio
abbracciare, voglio… ma come cazzo fai a non capire?” Si lasciò
andare in un profondo respiro, scosse la testa e la guardò negli
occhi.
“Stiamo
andando tutti, tutti e tre, saremo lì, perché lui a bisogno di noi
e noi non ci siamo mai scordati di lui. Non mi rovinare questo
momento.” Paolo tastò i pantaloni per assicurarsi che ci fossero i
fazzoletti, lì sentì nella tasca sinistra dei jeans.
“Non
ti capisco,” disse Teresa alzandosi dal letto “sono passati
cinque anni, e quello che ha fatto? Non ti interessa?” Tirò su la
tapparella. La luce inondò la stanza facendole socchiudere gli
occhi.
Ora
Paolo era incazzato.
“Quello
che ha fatto? Ma che cazzo dici. Ma stai scherzando?
Io
vado, ci vediamo stasera.” Le si avvicinò, seppur di mala voglia e
le diede un bacio sulle labbra. Lei non si mosse e non contraccambiò.
Lo seguì fino in cucina dove lo guardò bersi un bicchiere d’acqua,
poi lo guardò prendere, per precauzione, la giacca dall’attaccapanni
e aprire la porta per uscire.
“Ci
sentiamo quando arrivo.”
“Salutamelo.”
Paolo
rimase fermo senza guardarla, stringendo la maniglia in ottone,
sentiva il cane del vicino abbaiare. Si voltò verso Teresa e le
sorrise, lei non ricambiò e si diresse verso il bagno, lui chiuse la
porta e scese le scale.
...
...
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