venerdì 19 marzo 2021

Fino a farti fiorire

 


La sua mente era sgombra. Non c'era confusione, la sua scelta era fatta, come a colazione, quando preferiva il tè al succo di frutta.

Diede da mangiare alle tartarughe, cambiò il mangime al canarino e innaffiò le piante, poi preparò quelle poche cose che pensava gli potessero essere d'aiuto nel viaggio. Che in realtà non era un viaggio. Dove pensasse realmente di andare e cosa fare, erano delle incognite anche per lui. Aveva deciso di fuggire, ma non aveva pensato ad una meta precisa.

Lui non era abituato ai fronzoli. Lui diceva e poi faceva, nulla più, senza tentennamenti, senza briciole di pane lungo il sentiero, senza rimpianti; almeno per un po'. Ogni volta che litigava col fratello, pensando d’aver ragione ma senza ottenerla, minacciava di rompere tutte le costruzioni Lego, di stracciare i suoi disegni, riprendersi i regali, credendo così di vedersi riconoscere d'essere nel giusto. E gli capitava anche coi genitori, dopo la sgridata: se ne andava in un’altra stanza, tenendo il broncio e chiudendosi nel mutismo, in un isolamento che non durava mai molto. Nicolò rimuginava. Rimuginava e capiva. E seppur fosse molto orgoglioso, spesso ammetteva i propri errori e tornava quieto e affettuoso.

Chissà per quanto sarebbe rimasto lontano da casa?

 

 

Tratto da: Fino a farti fiorire 2021 Il ponte vecchio editore

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