lunedì 20 novembre 2017







DÉCOLLETÉ




1


Il mio sguardo non riusciva a staccarsi da quella scollatura.
Non so bene cosa possa pensare un ragazzo di diciotto anni guardando un quarto di tetta destra, separato da un canyon dalla tetta sinistra. Io, vista l'età, avevo le idee chiare. Guardavo l'insegnante dell'autoscuola e mi pregustavo un orgasmo tra quella cunetta.
Giovanni...” disse Claudia accendendo un segnale alla lavagna luminosa, “che cartello è questo?”.
Per un breve attimo pensai che mi avesse letto nel pensiero.
Giovanni era uno dei ragazzi più casinisti del gruppo.
Esitò qualche secondo, poi indicò il fondoschiena della ragazza seduta davanti a lui.
Mi sporsi per guardare. La ragazza aveva quasi metà del culo scoperto, le si intravedeva la linea che separava le due chiappe. Il ragazzo aveva perfettamente ragione, quello era un perfetto esempio di dosso e cunetta; come la bella scollatura dell'insegnante, che mi ostinavo ad ammirare.


Spesso, invece di seguire la lezione, pensavo a Rincobaldo, il matto del paese di Sant'Illuso. Era il personaggio di un racconto a cui stavo lavorando. Aveva deciso di intraprendere il suo sogno, avrebbe raggiunto la sua amata, ma non sapeva come fare, non sapeva come raggiungerla. L'unico modo doveva essere quello di volare. Perciò aveva deciso di schiudere le proprie ali e lanciarsi alla sua ricerca.

Ed io, ebbene sì! dovevo ridare gli esami per prendere la patente.
Nonostante fossero già passati dodici anni dal raggiungimento della maggiore età, mi ritrovavo in mezzo a dei ragazzini per seguire il corso di scuola guida. Colpa della mia memoria e di una serie di coincidenze.

L'ultimo giorno di lezione, Claudia accettò di fare una passeggiata in mia compagnia. Per fortuna era primavera inoltrata, e il suo abbigliamento era perfettamente adatto al caldo che era arrivato in città. Indossava una canottiera gialla che le lasciava, abbondantemente, il seno in vista.
Era un seno copioso.
Vista l'ora, ti potrei invitare per cena. Mi posso vantare di essere bravo a fare due cose, per la terza eventualmente attendo un tuo giudizio in tarda serata.”
Lei mi guardò dubbiosa.
Cercai velocemente di spezzare quel disagio.
No davvero, sono bravo a tirare la sfoglia e a fare i massaggi. Passiamo a prendere una bottiglia di vino, a casa ne ho rimasta soltanto una, e prepariamo insieme la sfoglia; che ne dici?”
Tu sei romagnolo!?” disse Claudia sorridendomi.
L'hai dedotto dal fatto che faccio la pasta?”
No, perché dici ho rimasto.”
E beh, cosa dovrei dire?”
Dovresti usare il verbo essere e non il verbo avere.”
Ne seguì un breve silenzio. Stavo riflettendo sul fatto che uno scrittore, quale ultimamente mi definivo, non conosceva nemmeno la lingua italiana.
Il mio ex marito era di Cesena. Tu di dove sei?”
Faenza. Sono ormai tre mesi che me ne sono andato. Ora vivo qui, senza un motivo preciso.”
Claudia sorrise. Camminava guardando sempre verso l'alto, sembrava cercasse qualcosa tra i rami degli alberi che costeggiavano il viale.
Allora che ne dici: cappelletti?” proposi io.
Mi sembrano un po' impegnativi. Io partirei con un piatto di tagliatelle.”
E così sia.”
Le presi la mano e mi lasciai trasportare dentro a quella magia.

Rincobaldo aveva attaccato due triangoli di cartone ai lati della sua bicicletta: quelle erano le ali con cui si sarebbe lasciato trasportare verso la felicità.

Io stappai la prima bottiglia di montepulciano, e dopo il primo bicchiere ero certo che la felicità fosse raggiungibile.
Prima di setacciare la farina sull'asse e iniziare a impastare, avevo già assaporato le labbra di Claudia, ma cosa decisamente migliore avevo potuto testare-tastare la solidità di quella scollatura.
Claudia era una bella ragazza, riccia coi capelli neri, un viso pieno e tondeggiante, qualche lentiggine sparsa per il viso e un bel paio di chiappe. Aveva sicuramente frequentato l'università, qualcosa del tipo... lingue, ma non ne ero certo, fatto sta che non era ignorante.
Io ero il classico stronzo con una gran voglia di portarsi a letto qualsiasi donna.
E io che faccio?”
Puoi preparare qualche crostino, mettere un po' di musica, sederti comoda e lasciarti ammirare. Da quant'è che sei separata?”
Mi sono sposata molto giovane,” Claudia si aggirava per la casa, “avevo ventidue anni, le cose non funzionarono da subito. Dopo due anni ci lasciammo. Ma tu che lavoro fai? Sei per caso uno scrittore? o solo appassionato d'antiquariato?”
Stava guardando la macchina da scrivere che conservavo su un tavolino della sala. Avevo smesso di battere su quei tasti da molto tempo, ma era un bellissimo oggetto, impossibile separarsene.
Scrivo... sì! Sembra che negli ultimi anni alla gente piacciano i miei romanzi.”
Avevo appena iniziato a stendere la sfoglia.
E perché hai deciso di prendere la patente solo ora?”
La guardai, si era avvicinata alla libreria e stava scegliendo quale libro, per primo, controllare. Era bello avere una donna dentro casa.


segue...

Nessun commento:

Posta un commento