martedì 5 dicembre 2017


 



E ancora un ultimo soffio di vento
Una bottiglia vuota lì sul tavolino.
Il televisore sempre spento.
Il suo reggiseno sopra il cuscino.
Una candela spenta sta morendo.
Le mutande nel cassetto ben piegate.
La pianta in salotto che sta appassendo.
Il frigo vuoto. Le tapparelle sempre alzate.

Sono gli ultimi giorni di una grande sfida
che finalmente abbiamo perso.
Ed ora da sconfitti possiamo gridare la nostra sconfitta.
Vieni abbracciami amore mio
perdonami.”
Vieni baciami amore mio
stammi vicino.”

Il vento di maestrale
I ricordi, sempre quelli.
I biscotti rotti. Il latte scaduto. Briciole di pane sul davanzale.
Un barattolo pieno di pennelli.
Il tappo di sughero dentro il cavatappi.
La tavola sparecchiata.
Le sue scarpe
tutte senza tacchi.
Un uomo nudo vicino alla sua amata.

Sono gli ultimi giorni di una grande sfida
che finalmente abbiamo perso.
Ed ora da sconfitti possiamo gridare la nostra sconfitta.
Vieni abbracciami amore mio
perdonami.”
Vieni baciami amore mio
stai con me.”



lunedì 20 novembre 2017







DÉCOLLETÉ




1


Il mio sguardo non riusciva a staccarsi da quella scollatura.
Non so bene cosa possa pensare un ragazzo di diciotto anni guardando un quarto di tetta destra, separato da un canyon dalla tetta sinistra. Io, vista l'età, avevo le idee chiare. Guardavo l'insegnante dell'autoscuola e mi pregustavo un orgasmo tra quella cunetta.
Giovanni...” disse Claudia accendendo un segnale alla lavagna luminosa, “che cartello è questo?”.
Per un breve attimo pensai che mi avesse letto nel pensiero.
Giovanni era uno dei ragazzi più casinisti del gruppo.
Esitò qualche secondo, poi indicò il fondoschiena della ragazza seduta davanti a lui.
Mi sporsi per guardare. La ragazza aveva quasi metà del culo scoperto, le si intravedeva la linea che separava le due chiappe. Il ragazzo aveva perfettamente ragione, quello era un perfetto esempio di dosso e cunetta; come la bella scollatura dell'insegnante, che mi ostinavo ad ammirare.

martedì 24 ottobre 2017





Tra un muro alto e solido e un uovo che si rompe contro di esso, starò sempre dalla parte dell'uovo. Sì, non importa quanto il muro abbia ragione e quanto l'uovo abbia torto, io starò dalla parte dell'uovo. Qualcun altro dovrà decidere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato; sarà forse il tempo a farlo, o la storia. Ma se ci fosse un romanziere che, per qualsivoglia ragione, scrivesse stando dalla parte del muro, che valore avrebbero le sue opere?

(Haruki Murakami - dal discorso di accettazione del Jerusalem Prize)

lunedì 25 settembre 2017

COME STAI?



Come un fiore dentro il vaso, a cui spesso si dimentica di cambiare l'aqua.
Come una litania recitata mille volte, per abitudine, con poca convinzione, sapendo che non porta a nulla.
Come un confetto che si è morso troppo presto, perdendone il desiderio.
Come quello lì, appoggiato al muro, che ti guarda.
Come un cane legato, abbandonato sulla strada.
Come una bestemmia in bocca al prete.
Come il sesso svogliato.
Mi sento bene, come sempre, pronto a tutto.
Come quell'oggetto, ricordi? Che posasti sulla mensola, ed ogni giorno lo guardavi, fino a scordarti di averlo.

sabato 23 settembre 2017

così vorresti essere uno scrittore?


Barbone incorreggibile

Mi sono avventurato fuori dalla panchina di un parco per sfidare
I giganti della letteratura in battaglia.
Ho vissuto con donne più matte
Perfino degli dei.
Ho consumato abbastanza alcool da ubriacare un esercito.
Ho abitato in baracche senza finestre,
Senza luce,senz’acqua,senza gas.
Mi sono avventurato fuori dalla panchina di un parco per sfidare
I giganti della letteratura in battaglia.
Sono stato malmenato,derubato per la strada.
Nelle città ho cercato il bandolo del mio equilibrio
Ho letto grandi libri,e mi han fatto addormentare.
Mi sono ridotto alla fame in stanze grasse di pantegane.
I genitori si sono vergognati di me.
Le belle signore mi han trovato orribile.
Mi sono avventurato fuori dalla panchina di un parco per sfidare
I giganti della letteratura in battaglia.
Il mondo mi considerava un demente.
Ho dormito in cimiteri deserti.
Ho seduto nei bar dal mattino alla sera
E di nuovo fino al mattino.
Ho sfidato i giganti della letteratura
Tutto quel che ho scritto è stato rifiutato.
Un editore mi chiese:”cos’è sta robaccia?”
Ho lavorato in fabbriche,magazzini.
Mi sono sposato e ho divorziato.
Avevo 40 anni quando è stata pubblicata
La mia prima sottile collezione di poesie,
Non valeva molto.
Avevo 50 anni quando ho deciso di fare lo scrittore a tempo pieno.
Il primo anno da scrittore a tempo pieno
Ho guadagnato 980 dollari.
Ho vissuto di un ciocorì al dì.
Stavo sfidando i giganti della letteratura.
Le donne mi piombavano come locuste.
Cacciavo la gente di casa.
Stavo sfidando i giganti.
Ma i giganti non erano al corrente.
Soltanto io lo sapevo.
Mi sono avventurato fuori dalla panchina di un parco per sfidare
I giganti della letteratura.
Non pensavo che valessero un granchè.
E voi,dite un pò,lo pensate?
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giovedì 21 settembre 2017

IL MONDO DI SÒGNA

 




Sògna cercò di affrettare il passo, ma il tentativo fu vano, il treno stava già partendo. Entrò alla stazione col respiro affannato ed un poco sudata, faceva caldo. Quando vide partire, dall'unico binario, l'unico treno del giorno, posò il piccolo zaino a terra ed alzò lo sguardo al cielo osservando le nuvole che si muovevano lente, sorrise e chiuse gli occhi. Rimase in quella posizione fino a quando sentì il respiro tornare regolare. A quel punto inalò una grande quantità d'aria, si gonfiò le guance, e rifece uscire tutta l'aria il più velocemente possibile.
Raccolse lo zaino ed uscì dalla stazione lasciandosi alle spalle le risa delle persone che la stavano osservando...

giovedì 14 settembre 2017

Clown

 
 
 
 
 
Ho sentito qualcuno che lo raccontava, sussurrandolo, vicino vicino ad altre persone. 
Lo avreste dovuto vedere e sentire, diceva. Si dimenava raccogliendo parole e rigettando
sorrisi. Un artista di strada, lo potremmo definire. Sarebbe bello, avere tutti quello sguardo,
lo sguardo che ci mostra, durante lo spettacolo. Sembra che nulla, nulla, nulla sia meglio
della sua poesia; e sembra, che quella poesia, possa durare, poco più, di quello spettacolo. 
Ma tu sai che non è così. Perciò sorridi, sereno che presto, tornerai triste, nel tuo mondo, 
fra la tua infelicità e la sua insoddisfazione. 
Che bello, guardare quel trucco e pensare che sia magia. 
Guardarlo librarsi nell’aria, scomparire dietro a uno specchio e solo la tua immagine,
persistere.
Uno scroscio di applausi, per enfatizzare l’avvento, per sfumare quel sogno, senza
quasi accorgertene, e tornare alla sua disapprovazione. Una voce in cui ti scoppia la testa. 
Una voce che sussurra… la solita merda. E provoca applausi, i suoi.
Tre palle, poi quattro, disegnano un cerchio nell’aria e le mie, sempre ferme, sempre piene.
Poi gli anelli, poi il fuoco, i birilli. Il cappello a terra in cerca di conferma. Lo guardo, 
la guardo, li guardo. Ho quasi paura di muovermi. Come cazzo ho fatto a finire così,
senza quasi accorgermene. Finire così, ed accettarlo. Perché?
Mi si avvicinano due microscopici essere umani, li guardo, loro continuano a guardarmi, 
ma che vogliono, chi sono?Babbo...”
Gli ultimi applausi si spengono in tutta la piazza, è notte, è ora di tornare. La magia è 
svanita, come già detto. La mia colpa invade, ora, la piazza, e lei mi guarda.Bello vero?”Bellissimo!”
Mi guarda seria, incazzata.Perché mi sfotti?”
Ecco e ora? La uccido! Basta, non se ne può più.Mi vuoi bene?”
No, ti odio!Babbo...” Li guardo.Si, ti voglio bene.”

martedì 5 settembre 2017

La bellezza

L'umanità esisterebbe anche senza gli inglesi, senza la germania... si può vivere senza la scienza, senza il pane, ma soltanto senza la bellezza non potremmo vivere...

venerdì 25 agosto 2017






Viviamo aggrappati a un filo di speranza che è sempre destinato a spezzarsi.
Speriamo che l’uomo che vive al nostro fianco possa cambiare. Speriamo che i nostri figli riescano a cavarsela nel migliore dei modi. Speriamo che i capelli bianchi arrivino il più tardi possibile, di non mettere, con l’andare del tempo, troppi chili.
Tessiamo una ragnatela cercando di catturare i nostri sogni; li vediamo passare poco distanti da noi, ma non riusciamo a catturarli. Viviamo costantemente in un mondo irreale.
Amiamo, odiamo.
Un odio che in realtà non ci appartiene, che il nostro cuore non riconosce. Non volevo far uscire tutta quella cattiveria, non volevo tutto quel male.
Nonna, hanno suonato alla porta.”


da: La bellezza ovunque

venerdì 18 agosto 2017

Un soffio di vento mattutino. Una bottiglia di vino vuota posata sul tavolo. Le mutande gettate a terra, vicino alla porta. Il suo reggiseno. Una candela spenta sul bordo della finestra. La pianta che sta appassendo. Il libro, col segnalibro che già da un po' non cambia pagina, posato sul comodino. Il frigo vuoto. Le tapparelle sempre alzate. Il vento freddo della sera. L'asse da stiro immobile dentro l'armadio. I biscotti rotti. Il latte scaduto. Il tappo di sughero dentro il cavatappi. I ricordi, spesso quelli brutti. Un fazzoletto al bordo del letto. Lo stereo spento. La TV non c'è. Briciole di pane sul terrazzo. Un uomo nudo vicino a una donna nuda. Sono gli ultimi giorni, di una grande sfida, che finalmente abbiamo perso. Ed ora da sconfitti possiamo brindare alla nostra sconfitta.

Antonio devo dirti una cosa.”
Devi proprio?”
Non lo so.”
È importante?”
Penso di sì.”
Non ho più molto tempo.”
Come?”
Non era questo che volevi dirmi?”
...”
Se potessi mettere assieme tutti i battiti del mio cuore persi in questi mesi, avrei ancora molto da vivere.




in anteprima da: La bellezza ovunque.






COME UN CACTUS CHE ABBRACCIA UN PALLONCINO

perchè ne è attratto, ne conosce le conseguenze, ma non può farne a meno.

sabato 7 gennaio 2017

Recensione

HOTEL INCANTO
Milos Fabbri
0111 Edizioni 2016
“Hotel Incanto” è una raccolta di tre racconti dell’autore faentino Milos Fabbri; sebbene diversi tra loro, appaiono legati da due principali fili conduttori: un registro che vira verso il fantastico, pur non distaccandosi troppo dal reale; la costruzione di storie corali, dai molti protagonisti, le cui strade s’intrecciano attraverso eventi drammatici o surreali.

Il primo racconto, “Antonomasia”, è ambientato nel paesino insulare di Fracasso, dove una sottotrama ascrivibile al giallo avvia un intreccio che si dipana tra le storie dei protagonisti, anch’essi personaggi sopra le righe. L’autore dipinge un piccolo mondo di fantasia e una serie di caratteri che lo abitano e gli danno vita, senza seguire un intreccio vero e proprio, ma un intrico di storie.

“Hotel Incanto” riprende personaggi di fiabe celebri (Raperonzolo, Biancaneve,
Cenerentola) e li traspone in un contesto realistico e surreale al tempo stesso (un hotel
in cui trascorrono le vacanze), ponendo una domanda costante: e vissero tutti felici e contenti, ma poi?

Infine, “Il dono” narra l’intrecciarsi delle vite di un gruppo di persone coinvolte – direttamente o indirettamente – in un incidente strhadale: questo incontro va a sua volta a intrecciarsi con la misteriosa scomparsa di una bambina, avvenuta un anno prima. Leitmotiv della vicenda è un concetto più volte rimarcato: “improbabile non significa impossibile”.
Avendo già letto in passato scritti dello stesso autore, posso dire di aver notato una decisa crescita stilistica, una maggiore maturità nella gestione degli intrecci. Si nota un lavoro di ricerca sia da questo punto di vista, sia dal punto di vista dei contenuti e del loro significato, la volontà di raccontare delle storie e di dotarle di sottotesti e significati specifici. Dai racconti emerge anche la forte ricerca di una cifra stilistica personale, l’esplorazione di mondi che sfiorano il reale, ma vanno a caccia dell’assurdo. Una prova interessante, insomma, che inizia a definire l’autore nelle sue peculiarità e si pone in un percorso di crescita e consapevolezza narrativa.